Messico, emergenza sul fiume Pantepec: una marea nera lunga 8 km distrugge l’habitat fluviale

Messico, emergenza sul fiume Pantepec: una marea nera lunga 8 km distrugge l’habitat fluviale

Messico, emergenza sul fiume Pantepec: una marea nera lunga 8 km distrugge l’habitat fluviale - bergamorespira.it

Alessandra Perrone

Novembre 16, 2025

Sulle rive del corso d’acqua si vede una scia nera che corre tra sassi e vegetazione: l’odore è acre, i pesci galleggiano e le famiglie che vivono lungo l’argine provano a capire fino a dove arriverà la macchia. È quanto resta dopo la rottura di un oleodotto appartenente alla compagnia statale Pemex, con il carburante che ha raggiunto e contaminato il corso idrico principale della zona. Il riversarsi del greggio ha interessato un tratto dell’asta fluviale lungo diversi chilometri e ha subito messo in allarme le autorità locali per il rischio alle forniture d’acqua e alla pesca. Un dettaglio che molti sottovalutano è che queste tracce oleose si dissolvono lentamente nella catena alimentare, non soltanto sulla superficie delle acque.

Il punto dell’emergenza

Le autorità locali e federali hanno ricostruito un quadro operativo che attribuisce l’incidente al cedimento dell’infrastruttura dopo lo smottamento di un versante vicino alla località di Citlaltepetl. La frana ha colpito il condotto, che ha quindi riversato carburante nel fiume Pantepec, creando una lingua di petrolio estesa per circa otto chilometri.

barriere anti-petrolio e sistemi di recupero degli idrocarburi; complessivamente sono impiegate centinaia di operatori e mezzi. I tecnici hanno inoltre lavorato per riparare il condotto e ridurre ulteriori sversamenti. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che l’efficacia degli interventi dipende anche dalla morfologia del fiume e dalle condizioni meteorologiche, che possono riattivare depositi o spingere il petrolio verso zone sensibili.

Tuxpan, poco distante dallo sbocco nel Golfo del Messico. Secondo le ricostruzioni dei media locali, finora sono stati recuperati oltre 345.000 litri di petrolio greggio, mentre squadre di bonifica continuano le operazioni su spiagge, canali e rive. La presenza della Marina Militare e il coinvolgimento dell’ASEA testimoniano la scala dell’emergenza e la necessità di mezzi specializzati. Il disastro arriva dopo un periodo di precipitazioni intense che hanno provocato frane e allagamenti in vaste aree del paese; le stesse condizioni meteorologiche hanno complicato le operazioni di contenimento e reso inaccessibili alcune comunità. Al momento si segnalano ripercussioni sulla fauna acquatica, sui pozzi utilizzati per uso domestico e sulle attività agricole a valle. La rimozione delle chiazze superficiali è solo il primo passo: il petrolio può penetrare sedimenti e banchi di sabbia, con effetti che perdureranno nel tempo. Un fenomeno che in molti notano solo in seguito è la difficoltà di ripristinare la fiducia nelle acque locali, necessaria per la ripresa delle attività produttive e per la salute pubblica.