Il Comune di Bergamo ha ufficializzato la sua adesione alla campagna nazionale “Diritto a stare bene”, che punta alla creazione di una rete pubblica di servizi psicologici gratuita e accessibile a tutti cittadini. L’iniziativa, promossa insieme alla ATS Bergamo e all’ospedale cittadino, riguarda scuole, aziende e strutture sanitarie.
Obiettivo e modalità d’azione
La proposta di legge di iniziativa popolare, illustrata dalla direttrice della Psicologia clinica del nosocomio bergamasco, Simonetta Spada, mira a raggiungere 50.000 firme per presentare un disegno di legge. «La salute mentale non è un capitolo secondario – ha detto la sindaca Elena Carnevali – e l’adesione del Comune significa un impegno concreto». Il piano prevede sportelli nelle scuole, centri di ascolto aziendali, interventi negli ambienti carcerari e campagne di prevenzione sul territorio.
Contesto locale e dati di riferimento
Nel 2024 la provincia ha registrato un aumento del 12 % di accessi ai servizi di salute mentale rispetto all’anno precedente; la causa viene attribuita a stress, isolamento e condizioni psico-sociali peggiorate dopo la pandemia. Le statistiche regionali indicano che una persona su quattro dichiara di aver vissuto episodi di ansia o depressione nei dodici mesi precedenti. Il progetto si inserisce in un contesto dove, come sottolinea il portavoce dell’ATS, «prevenire vale più di curare».
Impatti e prospettive d’uso
Entro fine 2025 il Comune attiverà un centro pilota nella zona sud-ovest di Bergamo, con copertura di 5.000 utenti e un team composto da psicologi, assistenti sociali e mediatori culturali. Il progetto coinvolgerà anche volontari formati, che affiancheranno i professionisti. «Il nostro motto sarà “prima ascoltare – poi intervenire”», ha evidenziato la responsabile del progetto. Con un semplice gesto — firmare la petizione o partecipare a un incontro informativo — i cittadini possono dare sostegno all’intera comunità.
